tornare velocemente e in tutta sicurezza in bici
Oggi parliamo di uno sport molto praticato in Italia, il ciclismo, e di una conseguenza traumatica che purtroppo, con abbastanza frequenza, può colpire ogni ciclista a causa di una caduta: la frattura della clavicola.
La frattura della clavicola rappresenta un evento traumatico negli sportivi, specialmente nel ciclismo, con una delle percentuali più alte registrate. Riguarda infatti il 3% di tutti i traumi sportivi e rappresenta il 50% delle fratture che interessano la spalla.
Questi numeri sono davvero impressionanti, ma oggi faremo un po’ di chiarezza e scacceremo paure e preoccupazioni per affrontare nel modo migliore questa situazione e per ritornare in tutta sicurezza e in tempi brevi a pedalare felicemente.
ANATOMIA DELLA SPALLA
Il complesso articolare della spalla è costituito da diverse ossa che in maniera sinergica cooperano per svolgere tutti i movimenti che l’intero braccio può svolgere.
Nella spalla possiamo distinguere 3 ossa: l’osso del braccio, l’OMERO; poi abbiamo un osso posto dietro a livello della schiena, LA SCAPOLA; ed infine abbiamo un osso lungo e sottile che collega lo sterno con la scapola, ovvero la CLAVICOLA.
La clavicola è fatta a forma “ricurva”, come un S. Possiamo distinguere:
- una parte laterale, che si articola con la scapola
- una parte mediale, che si articola con lo sterno
- un corpo centrale, detto terzo medio
COME SONO CLASSIFICATE LE FRATTURE ALLA CLAVICOLA?
La classificazione avviene prendendo in considerazione due grosse specifiche. Vediamole insieme:
- In base ai monconi ossei possiamo
avere:
- Frattura composta: i due monconi ossei rimangono allineati tra loro
- Frattura scomposta: i due monconi ossei non sono più allineati ma leggermente spostati tra loro
- Frattura scomposta-esposta: uno dei due monconi, o anche entrambi, lacerano la cute con esposizione all’esterno.
- In base alla sede di frattura:
- Frattura del terzo mediale
- Frattura del terzo laterale
- Frattura del terzo medio: rappresenta la sede di lesione più frequente e il 50% di queste risultano essere scomposte.
COME AVVIENE UNA FRATTURA DI CLAVICOLA?
Essenzialmente una frattura di clavicola avviene per due tipologie di trauma che coinvolgono la clavicola:
- trauma DIRETTO sulla clavicola
- trauma INDIRETTO sulla clavicola; riguarda un trauma sul braccio messo a protezione a seguito di una caduta.
Purtroppo gli appassionati di ciclismo ricorderanno la caduta del nostro Vincenzo Nibali durante la gara individuale alle Olimpiadi di Rio del 2016 avvenuta nell’ultima discesa, facendo sfumare il tanto desiderato oro olimpico per la nostra Nazionale.
- Impotenza funzionale ad ogni movimento dell’intero braccio
- Una posizione antalgica con braccio completamente fermo e addotto al corpo (appoggiato al corpo)
- Spesso movimenti del gomito dolorosi
- Movimenti di rotazione della spalla possono aumentare i sintomi.
COME VIENE FATTA LA DIAGNOSI DI FRATTURA DI CLAVICOLA?
Come abbiamo precisato prima, segni e sintomi in questa frattura sono di facile presentazione e semplici da interpretare, non lasciando dubbi sull’esito del trauma alla loro comparsa.
L’esame prediletto risulta essere una normale RX. La lastra è necessaria per capire soprattutto la tipologia di frattura, che determinerà di conseguenza una specifica decisione di trattamento.
COME VIENE TRATTATA UNA FRATTURA DI CLAVICOLA?
Le fratture di clavicola possono essere trattate in due modi specifici, vediamoli insieme:
- trattamento CONSERVATIVO
- trattamento CHIRURGICO
IL TRATTAMENTO CONSERVATIVO
Questa tipologia di trattamento viene riservata nei casi di fratture composte o con minimi gradi di scomposizione, con una procedura di stabilizzazione dall’esterno con un tutore, generalmente detto “ad otto” che avrà la peculiarità di generare una trazione graduale per permettere ai due monconi ossei di consolidarsi tra di loro.
IL TRATTAMENTO CHIRURGICO
Questa tipologia di trattamento è indicata nelle fratture scomposte, fratture scomposte-esposte e nelle plurifratture, ovvero dove possono essere presenti più monconi fratturati.
In sede chirurgica l’ortopedico deciderà se ridurre la frattura con placche e viti metalliche, le quali in determinate circostanze potranno essere anche rimosse.
La scelta del genere di trattamento dipende anche da una serie di altri fattori, ad esempio:
- età del paziente: cambiando l’indicazione chirurgica in una conservativa. Nei bambini ad esemempio la veloce rimodellazione ossea può permettere anche a fratture scomposte, non troppo gravi, di guarire conservativamente
- livello di attività lavorativa / sportiva del paziente: come vedremo più avanti nel ciclista spesso il trattamento è chirurgico
- tipo e sede della frattura.
QUALI SONO I TEMPI DI GUARIGIONE DI UNA FRATTURA DI CLAVICOLA?
I tempi di guarigione possono differire in base al trattamento utilizzato:
- da 6 a 8 settimane: per le fratture trattate con un approccio conservativo
- da 3 a 4 settimane : per le fratture trattate con un approccio chirurgico. Fin da subito dopo l’intervento è presente una stabilità importante che verrà poi migliorata dalla formazione del callo osseo successivo.
Particolare attenzione va mostrata per quelle fratture che tardano a consolidarsi, infatti circa il 2% – 4% delle fratture trattate in maniera conservativa tende a sviluppare una “pseudoartrosi”, ovvero una frattura che non consolida.
Comunque, sia con trattamento conservativo che con trattamento chirurgico, le fratture di clavicola hanno un’altissima percentuale di guarigione.
LA FISIOTERAPIA NELLE FRATTURE DI CLAVICOLA
La frattura di clavicola tende a compromettere 3 aspetti fondamentali che riguardano la spalla:
- Stabilità di spalla
- Forza della spalla
- Mobilità della spalla
Sarà fondamentale nel trattamento riabilitativo:
- Una mobilizzazione passiva precoce
- Una riabilitazione attiva con incrementi graduali
- Un recupero del controllo motorio con il coinvolgimento del busto e delle gambe
- Un recupero muscolare con resistenze elastiche, isotoniche e isoinerziali per coprire tutte le fasi contrattili di un muscolo
- Un lavoro mirato a prevenire o trattare discinesie scapolo-toraciche e scapolo-omerali, ovvero scompensi che possono inconsciamente instaurarsi a seguito del trauma
- Una riduzione della paura nell’eseguire spinte o trazioni con il braccio coinvolto
QUANDO POSSIAMO TORNARE IN SELLA ALLA NOSTRA BICI?
Come abbiamo potuto vedere, il ciclismo, rappresenta uno degli sport dove la frattura di clavicola è molto frequente, ma dobbiamo anche dire che questo sport permette, rispetto ad altri, la possibilità di riprendere più velocemente la sua pratica rispetto ad altre discipline sportive.
Nei ciclisti il rientro su strada può infatti avvenire in tempi più brevi, soprattutto dopo un intervento chirurgico dove placche e viti permetteranno fin da subito un’ottima stabilità della rima di frattura.
Inoltre dobbiamo sottolineare che non è necessario svolgere movimenti ampi e complessi, ma solamente rimanere immobili nella stessa posizione per diverso tempo.
Tutto questo però non deve in alcun modo spingere un ciclista a forzare i tempi di recupero, infatti è bene ricordare come le cadute siano eventi frequentissimi nelle uscite in bici e, per tanto, il rischio di nuovi traumi anche di piccola entità potrebbe esporre a conseguenze ben peggiori.
In questi casi l’uso dei rulli permette in tutta sicurezza di mantenere, come si dice in gergo, “la gamba” permettendo di effettuare sedute di allenamento in tutta tranquillità e sicurezza in attesa che i referti diagnostici e clinico-fisici siano di nuovo ottimali.
Nelle prime uscite post intervento chirurgico sono preferibili uscite non di gruppo, per ridurre al minimo possibili contatti o cadute, e aumentare il chilometraggio in maniera graduale per abituare la spalla ad appoggiare totalmente il peso del corpo in maniera sicura e senza sovraccarichi.
“Il ciclismo a me piace perché non è uno sport qualunque. Nel ciclismo non perde mai nessuno, tutti vincono nel loro piccolo, chi si migliora, chi ha scoperto di poter scalare una vetta in meno tempo dell’anno precedente, chi piange per essere arrivato in cima, chi ride per una battuta del suo compagno di allenamento, chi non è mai stanco, chi stringe i denti, chi non molla, chi non si perde d’animo, chi non si sente mai solo. Tutti siamo una famiglia, nessuno verrà mai dimenticato. Chi, scalando una vetta, ti saluta, anche se ti ha visto per la prima volta, ti incita, ti dice che “è finita”, di non mollare.
Marco Pantani
Questo è il ciclismo, per me.”
MATTEO SANTOLI, FT, CAS
- Terapia Manuale disturbi muscolo-scheletrici
- Fisioterapista problematiche chirurgiche e non chirurgiche spalla, anca, ginocchio.
- Fisioterapista recupero in ambito sportivo
- Fisioterapista problematiche di Dolore Cronico
- Fisioterapista Nazionale Italiana Triathlon