Nel mese precedente il team di fisioterapisti di Spalla Clinic ha prodotto un articolo che analizzava nel particolare quali possono essere le possibili cause che portano alla cosiddetta spalla del nuotatore (se vuoi tornare a rileggere l’articolo citato nel Blog di Spalla Clinic clicca qui). Questo mese invece termineremo il percorso iniziato parlando del trattamento conservativo che ti permetterà di evitare la chirurgia.
Riassumiamo brevissimamente tutte le possibili cause in modo da rinfrescare la memoria:
- Sovraccarico e/o affaticamento: eccessivi carichi di lavoro in piscina o ridotti tempi di recupero fra un allenamento e l’altro.
- Discinesia scapolare: la scapola non segue perfettamente il ritmo del braccio durante i movimenti o si scolla dal torace.
- Deficit di rotazione interna capsulare (GIRD): irrigidimento della parte posteriore della capsula dell’articolazione gleno-omerale.
- Lassità capsulare e/o instabilità: ipermobilità funzionale dell’articolazione gleno-omerale.
Principi del trattamento fisioterapico
- DIMINUIRE I CARICHI DI LAVORO
In primissima istanza è il consiglio che si dà per qualsiasi condizione dolorosa. La diminuzione del livello di attività che genera dolore deve essere fatta in modo specifico e mirato, non a casaccio.
L’obbiettivo di questa misura è quello di alleggerire il distretto interessato senza però diminuire in maniera significativa il livello di condizione fisica generale. Per questa cosa esiste un metodo scientifico basato sull’esperienza che prevede la diminuzione a gradini dell’attività; possiamo modificare 3 fattori fondamentali: lo stile praticato, il chilometraggio percorso e il ritmo.
In genere si preferisce diminuire per ultimo le distanze percorse e lasciar lavorare l’atleta ad intensità più basse ma volumi alti. Se anche in quest’ultimo caso persiste il dolore si diminuisce gradatamente anche il volume di lavoro in maniera scientifica (a scaglioni) fino a che non si trova un livello basale indolore su cui poter sviluppare così il piano di lavoro.
Se fossi interessato ad approfondire la metodologia di allenamento puoi leggere un altro articolo già pubblicato sul blog di Spalla Clinic (Come migliorare la condizione della tua spalla senza correre il rischi di un infortunio o re-infortunio)
- GHIACCIO E ANTIDOLORIFICI
Il ghiaccio è un ottimo rimedio naturale contro la percezione dolorosa, di fatti diminuisce il livello della velocità di conduzione dei recettori sensitivi che portano messaggi dalla periferia al cervello. Diminuisce fino a stoppare del tutto le sensazioni.
Non eccedere! 10 minuti possono bastare!
Si preferisce usare farmaci antidolorifici rispetto ai classici farmaci antiinfiammatori in quanto l’infiammazione è una condizione naturale fisiologica che serve a far partire il processo di guarigione.
Senza infiammazione non si ha guarigione dei tessuti! Non ostacolarla!
E poi non è neanche detto che il dolore che stai provando sia generato per forza da un’infiammazione. Il dolore può anche essere di natura differente (meccanica, neurogena, …).
- STRETCHING
Lo stretching è uno strumento importante a disposizione del nuotatore. Spesso viene sopravvalutato l’allungamento di tutta la catena muscolare anteriore dei rotatori interni in quanto sono i principali organi motori che permettono di avanzare in piscina (eccetto per il dorso): questa esagerazione, se reiterata nel tempo, può provocare una lassità iatrogena della componente capsulare anteriore con il rischio di sviluppare una instabilità clinica.
Pochissimi invece si focalizzano sulla parte posteriore della capsula articolare che nella maggior parte degli atleti è rigida (GIRD) e può provocare una spinta eccessiva della spalla in anteriorità e generare secondariamente dolore.
Lo stretching di questa parte di capsula si pratica in due diverse modalità:
Sleeper’s Stretch: il nuotatore si posiziona sdraiato sul fianco con la spalla da trattare sotto e posizionata davanti a se’; con l’altra mano tira verso l’interno il polso generando una rotazione verso l’interno della spalla. Si deve percepire una leggera sensazione di allungamento laterale e posteriore.
Adduzione orizzontale: si prende il braccio da trattare con l’altra mano e si tira la spalla orizzontalmente verso il torace. Si deve percepire una leggera sensazione di allungamento della parte posteriore e laterale del braccio.
Il grande utilizzo dei rotatori interni nella propulsione anteriore provoca spesso un accorciamento muscolare del piccolo pettorale che si sovrattiva per compensare questo super lavoro cui è sottoposta la spalla.
Il muscolo piccolo pettorale quando è accorciato in stato di contrattura tende a protrarre in avanti tutto il cingolo scapolare. Questo posizionamento della scapola però va a limitare il range di movimento dell’articolazione vera e propria della spalla (gleno-omerale). Quest’ultima condizione associata al GIRD può causare una sindrome da conflitto o sindrome da impingement.
Con l’aiuto di un fisioterapista specializzato è possibile trattare l’accorciamento di questo muscolo tramite l’uso di tecniche manuali specifiche.
- RINFORZO MUSCOLARE
E’ classico trovare una forza sproporzionata degli adduttori e rotatori interni di spalla nei nuotatori in quanto sono i principali generatori di forza nell’atto propulsivo. Tradizionalmente è anche facile individuare dei deficit a carico dei muscoli sottoscapolare e dentato anteriore dovuti ad una tecnica di nuoto non eccelsa.
Esistono alcuni tipi di esercizi che sono più indicati per il nuotatore in quanto vanno a rinforzare le spalle in maniera tale da mantenere l’equilibrio ideale fra rotatori interni e rotatori esterni:
Push-up con attivazione del dentato anteriore: l’esercizio si focalizza anche sull’attivazione del gran dentato e del sottoscapolare in quanto la scapola viene protratta in avanti creando un arco con il torace. Il nuotatore deve mantenere l’arco alto senza crollare al di sotto del livello dell’omero
Military Press: rafforza il gran dentato e il sottoscapolare insieme ai muscoli gran dorsale, gran pettorale, bicipite brachiale, tricipite brachiale e deltoide. Rinforzare questi gruppi muscolari porta un miglioramento nelle fasi tecniche di middle pull-through e middle recovery.
Abduzioni su piano scapolare (inclinazione anteriore di 30° circa): l’esecuzione di questo genere di lavoro con piccoli sovraccarichi, oltre a far lavorare il deltoide, previene un lavoro squilibrato dei muscoli della cuffia dei rotatori con i grandi muscoli motori.
Vogatore: questo esercizio si concentra sull’attivazione dei muscoli parascapolari che stabilizzano l’articolazione scapolo toracica evitando disfunzioni di scollamento.
Esercizio Y o T: oltre ad attivare la gleno-omerale ecco un altro esercizio che aumenta ancora di più l’effetto stabilizzante dei muscoli scapolo toracici.
Tutti questi esercizi devono cominciare con carchi basali che permettano una facile esecuzione ma che al contempo il nuotatore percepisca un livello minimo di fatica. Inizialmente devono essere svolti al di fuori del contesto della piscina mentre in un secondo momento possono essere inseriti all’interno di movimenti o gesti che ricordano la tecnica di bracciata.
Il team di fisioterapisti di Spalla Clinic è in grado di svolgere una valutazione specifica sul singolo nuotatore in grado comprendere quali possano essere i deficit o scompensi che attivano la percezione dolorosa dell’atleta. E’ in grado di organizzare un piano terapeutico personalizzato che permetta all’atleta di ritornare in piscina il più velocemente possibile e senza rischio di recidive.
Inoltre fornisce al nuotatore un’educazione fisioterapica su come comportarsi durante la stagione agonistica per prevenire l’insorgenza di problematiche.
BIBLIOGRAFIA
The Swimmer’s Shoulder: Multi-directional Instability; Ivan De Martino, Scott A Rodeo
Curr Rev Musculoskelet Med. 2018 Jun;11(2):167-171.
A CURA DI
ANDREA BIANUCCI, FT, OMT
- Specialista in terapia manuale ortopedica
- Fisioterapista delle patologie di spalla nello sportivo “overhead”
- Specialista nella riabilitazione del cestista, pallavolista e arti marziali
- Specialista nel trattamento dei Trigger Point Miofasciali
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