La frattura della clavicola è una problematica sanitaria molto frequente nella popolazione, ricopre praticamente tutte le fasce d’età (neonato, adolescente e adulto) e soggetti sporti e non sportivi.
Ha una percentuale che si attesta intorno al 3%-6% tra tutte le fratture possibili, rappresenta quindi un evento molto frequente che però, se gestito subito da professionisti qualificati, ha una prognosi e una guarigione totale e senza complicanze.
Dove si trova la clavicola?
La clavicola è un osso piccolo, piatto e dalla forma particolare a “S”; congiunge lo sterno con la scapola, andando a completare l’articolazione della spalla insieme alla scapola e all’omero.
Ben visibili osservando un soggetto frontalmente, hanno una direzione leggermente in diagonale con un andamento dal basso verso l’alto, dalla parte mediale alla parte laterale del corpo.
Due grossi e importanti legamenti, il legamento sterno-claveare e il legamento acromion-claverare, le ancorano rispettivamente con lo sterno e con la scapola.
Pur essendo un osso piccolo, la clavicola gioca un ruolo molto importante nei movimenti di elevazione del braccio, per tanto in caso di frattura risulta fondamentale attuare un programma di fisioterapia per il ripristino completo dei movimenti della spalla.
In che modo può fratturarsi?
La maggior percentuale delle fratture alla clavicola si presentano come traumi da caduta, specialmente con braccio disteso. Questa circostanza può verificarsi in molti sport dove le cadute sono all’ordine del giorno come ciclismo, pattinaggio, sci, motociclismo, ma anche in altrettante circostanze domestiche attraverso cadute direttamente sulla spalla.
Chi può fratturarsi la clavicola?
La frattura della clavicola è una circostanza che può riguardare il neonato, l’adolescente e l’adulto.
Infatti come già accennato in precedenza, questa tipologia di frattura è abbastanza diffusa (circa il 5% di tutte le fratture). Questi valori si alzano ulteriormente nei neonati (ad esempio nei parti difficili) e nei bambini/adolescenti (dove la non ancora completa ossificazione sommata ad eventi traumatici può portare alla frattura).
Discorso un po’ diverso possiamo affrontarlo per gli adulti, i quali avendo una completa maturazione ossea, richiedono di un evento traumatico più forte per determinare frattura.
Come vengono classificate le fratture della clavicola?
Le classificazioni vengono fatte prendendo in considerazione vari parametri:
- La
composizione della frattura:
- Composta: i due monconi ossei fratturati restano allineati
- Scomposta: perdita dell’allineamento tra i due monconi
- All’integrità
della cute:
- Esposta: lacerazione della cute con esposizione del frammento osseo
- Non esposta: non lacerazione della cute
- Alla zona
di frattura:
- Nel corpo centrale della clavicola: la più frequente
- Nel terzo mediale: estremità verso lo sterno
- Nel terzo distale: estremità verso la scapola
Quali sono i sintomi?
Spesso può essere presente un vistoso gonfiore subito al di sopra della zona fratturata, accompagnato da dolore e da una ipomobilità immediata che non consente di eseguire movimenti con la spalla.
Spesso anche i movimenti eseguiti con la testa possono risultare molto dolorosi.
Come viene diagnosticata una frattura clavicolare?
L’esame principale risulta essere la radiografia eseguita in ospedale, che in maniera rapida e precisa potrà evidenziare la frattura permettendo già una prima classificazione in base ai parametri descritti precedentemente.
Il monitoraggio della frattura vedrà sempre l’esecuzione di radiografie che in base alla gravità del trauma verranno eseguite a 15-30-45 giorni dall’evento traumatico.
Come comportarsi subito dopo il trauma?
Subito dopo l’evento traumatico, nella prima fase acuta, è necessario immobilizzare immediatamente la spalla per evitare ulteriori spostamenti o scomposizioni.
Nelle fratture composte l’utilizzo di bendaggi “a 8” permetterà, attraverso una retroposizione delle spalle, una guarigione più veloce garantendo ai due monconi di riavvicinarsi per saldarsi nuovamente.
Fondamentale in questa fase è regolare con attenzione una tensione sempre ottimale del bendaggio, facendo attenzione a non andare a comprimere eccessivamente le strutture nervose che passano al di sotto della clavicola causando formicolii e intorpidimenti agli arti superiori.
Le fratture scomposte e/o esposte necessitano di maggiore attenzione. Il consulto ortopedico-chirurgico può prendere in esame la considerazione di dover ridurre la frattura, attraverso l’utilizzo di placche o viti, riallineando i due monconi ossei per permettere in un secondo momento, attraverso un bendaggio, la formazione di callo osseo e quindi della guarigione.
E’ fondamentale in questa fase ricercare il più possibile il riallineamento perfetto tra i due monconi di frattura per evitare che si possa formare una pseudoartrosi, ovvero una cattiva solidificazione che potrebbe far perdurare il dolore e la difficoltà nell’eseguire movimento con tutto il braccio.
Quali sono i trattamenti per una completa guarigione?
Le fratture della clavicola devono essere trattate con un protocollo riabilitativo svolto da un fisioterapista specializzato in riabilitazione della spalla.
La prima fase ha come obiettivo il miglioramento della mobilità articolare: attraverso tecniche di terapia manuale, svolte da un fisioterapista esperto, e/o mobilizzazioni passive o assistite verrà recuperata l’articolarità mancante.
Successivamente il programma riabilitativo prevede il recupero della forza sia dei muscoli della cuffia dei rotatori che dei muscoli stabilizzatori della scapola. Gli esercizi vengono eseguiti con l’utilizzo di diverse resistenze a carico progressivo: all’inizio con resistenze di tipo elastico, poi ercoline con carico isotonico crescente e successivamente resistenze di tipo isoinerziale.
Fondamentale e molto stimolante per il paziente sarà quello di inserire precocemente, ma con incrementi lenti e graduali, esercizi che vadano a sollecitare la struttura coinvolta nel gesto sportivo o lavorativo eseguito quotidianamente. Lo scopo finale è di garantire una qualità, tranquillità e abilità nell’eseguire nel modo migliore e senza dolore il proprio hobby e lavoro giornaliero.
Verranno svolti insieme agli esercizi di forza anche esercizi di controllo motorio della spalla, chiamati propriocettivi, attraverso l’utilizzo di mezzo come fluiball, shoulder sphere e slashpipe.
Tempi di recupero
La prognosi di una frattura clavicolare normalmente non è molto lunga.
Nei bambini possiamo assistere a tempi di recupero brevi (3-4 settimane) mentre negli adulti è necessario attendere più settimane.
Come in tutte le guarigioni i tempi di recupero dipendono anche da fattori individuali (età, peso, fumo, disfunzioni della tiroide, …) che possono variare le tempistiche; normalmente le fratture alla clavicola si risolvono positivamente in un periodo che varia dalle 4 alle 12 settimane a seconda dell’età del paziente.
Prima di tornare a praticare attività ad alto impatto traumatico(es. rugby) è consigliato un periodo di recupero minimo di 8-12 settimane.