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Lussazione della clavicola

Lussazione della clavicola
Lussazione della clavicola
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L’articolazione tra acromion e clavicola è formata dalla parte estrema della clavicola e l’acromion della scapola. Permette movimenti di spostamento di clavicola e rotazione della scapola ed è spesso sottoposta a traumi e lussazioni.

La lussazione della clavicola consiste nella lesione parziale o completa di alcuni fasci legamentosi che tengono uniti i capi contrapposti dell’acromion e della clavicola. Ne consegue una dislocazione verso l’alto della clavicola accompagnata da dolore e incapacità a muovere la spalla. Solitamente l’evento traumatico è diretto, un’energia che va dall’alto verso il basso come può essere una caduta a terra (sport come il ciclismo, il calcio, caduta dalla moto e altri sport da contatto). Più raro invece è l’evento indiretto o che può essere dovuto ad una caduta a terra appoggiando la mano con gomito e polso steso. E’ più frequente nei maschi tra i 20 e 30 anni in quanto praticano di più questi generi di attività.

Schema della lussazione acromion claveare della clavicola

Sintomi

Il sintomo principale è il dolore nella zona colpita accompagnato da una deformazione del tratto acromion-claveare visibile anche ad occhio nudo; la muscolatura della zona acromion-claveare va incontro automaticamente ad una contrattura di natura antalgica o protettiva. Diversi sono i quadri clinici in rapporto all’entità del danno.

Diagnosi

La diagnosi viene eseguita attraverso un esame radiologico che prevede una rappresentazione particolare dell’articolazione, inoltre è possibile eseguire anche un esame ecografico in quanto può evidenziare lesioni legamentose e dare indicazioni sul tipo e grado di lussazione per avere poi un quadro preciso e completo della spalla. E’ consigliata talvolta la risonanza magnetica in quanto possono essere possibili anche le lesioni capsulo legamentose e lesioni della cuffia dei rotatori.

Trattamento conservativo della lussazione

Il trattamento iniziale solitamente è di tipo fisioterapico conservativo e consiste nell’ immobilizzazione dell’articolazione per circa 20-25 giorni con un tutore che sostenga il braccio, ciò permette alle strutture di cicatrizzare nella posizione corretta. Il dolore viene controllato con l’utilizzo di farmaci antinfiammatori.

Purtroppo questa immobilità forzata renderà necessario, dopo la rimozione del tutore, un ciclo di fisioterapia in quanto bisogna ripristinare la mobilità dell’articolazione e la forza dei muscoli che sono state compromessi dal trauma ed al riposo obbligato.

Solo in alcuni casi, quando il quadro è grave/complesso e rimane doloroso nel tempo oppure quando le richieste funzionali del paziente sono notevoli, è necessario ricorrere alla chirurgia. In questi casi è importante ricorrere alla chirurgia subito dopo il trauma e quindi in fase acuta; successivamente in tutti i casi è fondamentale eseguire un trattamento riabilitativo.

Trattamento chirurgico

L’intervento chirurgico consiste nella ricostruzione dei legamenti coraco-clavicolari lesionati, suddetti legamenti originano dalla coracoide, piccola prominenza ossea che fa parte della scapola.

Nel post-operatorio è necessario utilizzare un tutore per circa 6-8 settimane in quanto il peso del braccio potrebbe far lussare nuovamente l’articolazione.

Riabilitazione e tempi di recupero

In base ai diversi scenari di lesione dell’articolazione acromion-claveare che vengono catalogati sia in riferimento all’entità della lesione legamentosa (completa e incompleta) che in relazione alla direzione della dislocazione della clavicola si può procedere nel seguenti modalità:

  • eliminare il tutore che va portato per circa 2-4 settimane, dove il sintomo principale è il dolore che può durare anche per lungo tempo,

si può iniziare il programma riabilitativo dove lo scopo principale è quello di controllare il dolore e risolverlo attraverso:

  • ghiaccio,
  • terapie fisiche come tecarterapia, laserterapia e
  • massaggi decontratturanti per la muscolatura che si è contratta dopo il trauma e
  • iniziare un lavoro di mobilità per recupero ROM dalla terza settimana.

È possibile eseguire un buon recupero anche utilizzando l’idrokinesiterapia per chi l’avesse a disposizione oltre che la palestra riabilitativa.

Ottenuta un’articolarità completa si può iniziare con il recupero della forza attraverso esercizi specifici di rinforzo isometrico per la cuffia dei rotatori e per gli stabilizzatori della scapola e propriocettivi per lavorare sul controllo motorio. Gradualmente verranno poi inseriti esercizi isotonici del muscolo sovraspinato del deltoide.

Il programma  riabilitativo termina con esercizi del gesto atletico, rieducazione al movimento e prevenzione delle recidive.

La ripresa allo sport è possibile quando il movimento non genera alcun dolore e ci vogliono circa 4-8 settimane.

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