Il nuoto è una delle discipline sportive e ludiche che maggiormente viene praticata sia da professionisti che amatori.
Sia in estate, al mare, o in inverno, in ottimi impianti sportivi, il nuoto viene praticato con entusiasmo e divertimento, con benefici per il fisico e la mente.
Trattandosi di una disciplina sportiva, il corpo viene messo intensamente alla prova e purtroppo in certe situazioni qualche fastidio o dolore può interessare qualche articolazione, in questo sport particolare specialmente la spalla.
Infatti la spalla rappresenta la zona del corpo maggiormente coinvolta nel gesto specifico del nuoto, andando infatti a costituire una specifica situazione dolorosa denominata “spalla del nuotatore”.
Cenni di anatomia della spalla
La spalla rappresenta l’articolazione con più gradi di movimento in tutto il corpo, permettendo un movimento di rotazione completo.
Questa grande mobilità è dovuta ad un rapporto particolare tra le due strutture ossee che sono a contatto, ovvero la glena scapolare e la testa omerale.
Infatti la superficie di contatto della testa omerale nella glena è nettamente più grande, con un rapporto quasi 3:1, permettendo un ampiezza di movimento massima.
Tale mobilità necessita di un lavoro molto importante e preciso di tutto il compartimento muscolare, tendineo e legamentoso della spalla per riuscire a mantenere perfettamente centrata la testa dell’omero nella glena scapolare senza la quale la spalla risulterebbe instabile e dolente.
Dolore: perché la spalla fa male quando nuoto?
Durante l’esecuzione della bracciata, soprattutto nello stile libero, l’articolazione della spalla si trova a dover sopportare un carico importante con il braccio quasi completamente esteso in avanti.
Nella bracciata infatti la mano, entrando in acqua, subisce una forza contraria ad opera dell’acqua la quale va a sollecitare le strutture tendineo-capsulo-legamentose della spalla determinando una tensione a livello della testa dell’omero.
Questa tensione della cuffia dei rotatori associata a una risalita della testa omerale talvolta determina un conflitto dovuto a una riduzione dello spazio gleno-omerale e può provocare dolore.
Tale conflitto può essere ulteriormente aggravato da una non corretta attivazione e stabilizzazione di un altro complesso muscolare che riguarda lo scivolamento della scapola sul torace, complesso scapolo-toracico.
Quanti movimenti compie una spalla durante un allenamento di nuoto?
Un dato che deve far riflettere riguarda il numero di movimenti completi che compie la spalla durante una seduta di allenamento.
In un allenamento amatoriale una spalla compie circa 10-12 bracciate in una vasca da 25 metri, con una risultante circa di 500-600 rotazioni complete a fine allenamento.
Questi numeri aumentano esponenzialmente in atleti professionisti come il nuoto agonistico o il triathlon dove vengono percorso dai 20 ai 30 km a settimana, che rappresentano circa dalle 8000 alle 12000 rotazioni di spalla contro la resistenza dell’acqua.
Per queste ragioni il nuoto viene classificato come uno sport da “overuse” o da sovraccarico della spalla.
Stili di nuoto: come influiscono sull’articolazione della spalla?
Lo stile libero è sicuramente la tipologia di nuotata che più va a sollecitare la spalla, infatti durante l’esecuzione della bracciata abbiamo praticamente un movimento completo di rotazione di tutta l’articolazione.
Lo stile “rana” risulta essere quello meno stressante per l’articolazione della spalla in quanto avviene quasi un movimento di rotazione esterna che non va oltre i 90° gradi di elevazione, quindi senza andare a stressare la capsula articolare.
Sicuramente più stressanti per la spalla sono rispettivamente lo stile “ a dorso” e “ a delfino” che riguardano entrambi movimenti molto ampi della spalla ma che in percentuale vengono svolti con meno frequenza e soprattutto per meno durata e intensità da parte dei nuotatori amatoriali.
Spalla del nuotatore: quali possono essere le cause scatenanti?
Possiamo provare a suddividere le vari cause in due categorie;
- Fattori “intrinseci” alla spalla
- Fattori “estrinseci” alla spalla
I fattori “intrinseci alla spalla” possono riguardare:
- Lesioni da impatto delle strutture tendine tra testa omerale e glena scapolare (sindrome da conflitto)
- Movimenti non controllati dell’articolazione scapolo-toracica (discinesia scapolo-toracica)
- Debolezza dei muscoli della cuffia dei rotatori
- Instabilità dell’articolazione della spalla, per lassità congenita o traumatica
I fattori “estrinseci alla spalla” possono riguardare:
- Sovraccarico funzionale per allenamenti molto intensi
- Utilizzo di palette che incrementano lo sforzo articolare
- Debolezza per periodi di astensione dall’attività
- Un errore nella tecnica della bracciata
- La respirazione mal eseguita.
Trattamento per tornare in vasca
Le problematiche inerenti una “spalla del nuotatore” devono essere trattate da un fisioterapista specializzato.
L’approccio fisioterapico può essere suddiviso in vari fasi.
Prima fase
Comprensione dei meccanismi di dolore e trattamento del medesimo con utilizzo di strumentistica fisioterapica (laser, tecar, InterX, onde d’urto…..).
Gli strumenti che il fisioterapista può utilizzare sono di grande aiuto nelle varie fasi di un programma di rieducazione e il fisioterapista saprà bene quali usare nel momento riabilitativo appropriato.
Infatti in una fase acuta del dolore, l’utilizzo della terapia laser verrà privilegiata per la sua capacità antalgica; mentre nel decorso successivo della rieducazione ci si può avvalere dell’utilizzo della tecar terapia, in quanto permetterà un afflusso maggiore di sangue a livello muscolare.
Seconda fase
Nella seconda fase si lavora al recupero della mobilità articolare della spalla ed eventualmente delle articolazioni adiacenti (cervicale e dorsale).
In questa fase la terapia manuale ad opera del fisioterapista permetterà di andare a recuperare eventuali rigidità della spalla e/o movimenti dolorosi.
Terza fase
La terza fase è finalizzata al recupero del tono e trofismo muscolare della cuffia dei rotatori e di conseguenza delle altre strutture muscolari.
Esercizi con resistenze elastiche a carico progressivo e successivamente con carico isoinerziale permetteranno di andare a recuperare la forza ottimale a livello dei muscoli della cuffia dei rotatori.
Inoltre un lavoro fondamentale riguarderà l’attivazione e il controllo della muscolatura scapolare, la quale garantirà alla spalla la giusta stabiltà.
Quarta fase
Nella quarta fase: esecuzione di esercizi che vadano a simulare il gesto tecnico della bracciata.
Questa fase risulterà molto stimolante per il nuotatore, infatti verranno effettuati esercizi che andranno a simulare i movimenti svolti in acqua: esercizi con fluiball e barre propriocettive permetterà di allenare la spalla in situazioni di instabilità come avviene in acqua, dove il controllo del corpo è messo a dura prova.
Fondamentale poi sarà insegnare al nuotatore, semplici esercizi di riscaldamento e di attivazione muscolare, da poter compiere anche a bordo vasca con un elastico, nei minuti precedenti l’entrata in acqua.