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Spalla e pallavolo

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La pallavolo è uno fra gli sport più praticati a livello mondiale. Al giorno d’oggi si calcolano almeno 200 milioni di praticanti fra amatori e professionisti in tutto il mondo.

Questo sport richiede abilità specifiche come saltare, atterrare, bloccare e schiacciare una palla associate a un’alta velocità di esecuzione. La combinazione di questi due fattori crea un ambiente di gioco ad alto rischio di infortunio per ogni singolo atleta.

E’ stato visto infatti che rispetto ad altri generi di sport la pallavolo ha un alto tasso di ingressi nei presidi di pronto soccorso ospedalieri per 100000 ore giocate fra partite e allenamenti (12 VS 7,9).

I distretti corporei maggiormente coinvolti sono senza dubbio caviglia, ginocchio e spalla.

La caviglia è l’articolazione i cui infortuni sono tutti di origine traumatica: la classica storta atterrando da un salto mettendo il piede sopra un avversario o un compagno di squadra mentre si gioca sotto rete.

Per quanto riguarda il ginocchio la casistica di infortunio si può suddividere quasi equamente fra acuti traumatici e da sovraccarico.

Per la spalla invece la grande maggioranza degli infortuni è da imputarsi a un sovraccarico di lavoro. Gli infortuni di tipo acuto traumatico per la spalla non sono stati mai riportati in letteratura scientifica fra tutti gli studi osservazionali: quindi si possono escludere tutte le fratture, lussazioni o sublussazioni e contusioni.

Gli infortuni da sovraccarico vengono definiti come il reiterato superamento della capacità di tollerare certi carichi di lavoro che alla fine sfocia in un’infiammazione generale dell’articolazione della spalla; questa infiammazione deprime la capacità di svolgere le performance richieste. Spesso l’atleta può continuare a svolgere la propria attività nonostante il dolore in quanto all’inizio lo può percepire di lieve entità, ma non fa altro che aumentare il livello di sovraccarico.

E’ un po’ come un’automobile con il motore che va ad un numero alto di giri per parecchio tempo: all’inizio si surriscalda, poi performa meno fino a fermarsi del tutto se il pilota continua imperterrito.

Incidenza

E’ stato visto che gli infortuni da sovraccarico si attestano a 0.6 ogni 1000 ore di pratica fra partite e allenamenti, ma questo dato è molto sottostimato perché il dolore alla spalla viene definito come infortunio solo quando costringe l’atleta a sospendere l’attività per dedicarsi al recupero. I due terzi dei pallavolisti con dolore alla spalla non si ferma nonostante il dolore in quanto non lo ritiene invalidante.

Il 96% dichiara di aver percepito dolore almeno una volta durante una stagione, mentre il 69% lo sente regolarmente.

Inoltre il 46% dei pallavolisti attaccanti che hanno la cuffia dei rotatori infiammata dice che il dolore interferisce con il gioco in quanto limita la capacità di piazzare la palla in campo dove vorrebbe.

Fattori di rischio : quali sono e come riconoscerli

Non esiste un’unica causa che fa venire il dolore alla spalla. Si tratta di tante piccole concause che addizionate insieme possono aumentare o diminuire il rischio di incorrere in sovraccarico.

Qui di seguito indagheremo quelle più rilevanti:

  • Numero totale di attacchi più battute (volume di swing).

Il numero di volte che viene eseguito il gesto tecnico dello swing per attaccare o battere è senza dubbio un fattore molto importante che incide sul sovraccarico della cuffia dei rotatori.

Il gesto si avvicina molto a quello dei lanciatori di baseball in quanto il braccio raggiunge una velocità angolare elevatissima (circa 4520 gradi al secondo di media). Già di per se’ è un movimento molto impegnativo da un punto di vista biomeccanico, poi se aggiungiamo anche un volume elevato di ripetizioni allora si arriva facilmente al sovraccarico.

Dati alla mano è stato visto che il volume di swing in una partita è la metà rispetto a un allenamento, indipendentemente dal ruolo giocato. Nel precampionato i volumi sono più alti rispetto a un allenamento durante la stagione regolare (47.1 VS 37.1).

Gli attaccanti esterni (banda e opposto) hanno un volume più alto di swing rispetto ai centrali, che a loro volta superano i palleggiatori e i liberi. Al contrario di quanto si pensi anche palleggiatori e liberi hanno comunque un alto numero di swing, tutti fatti in allenamento (basti pensare che in un anno solo il 30% delle ore di gioco sono partite ufficiali).

Il numero di infortuni nel precampionato è il doppio rispetto alla stagione regolare.

  • Anni di pratica.

Questo fattore è ovviamente collegato al precedente. Più un giocatore schiaccia, più aumenta il rischio di sovraccaricare la cuffia dei rotatori.

Secondo ricerche scientifiche il rischio si impenna notevolmente se il numero di anni di pratica consecutivi supera i 4 anni, sia che si tratti di professionisti o di amatori.

  • Allenamenti durante la stagione estiva.

Continuare ad allenarsi o a giocare seppur a minor intensità o svolgere un lavoro di pesistica aumenta il proprio rischio di esporsi a sovraccarico di 3,2 volte rispetto a chi si ferma per riposare.

I valori di rischio rimangono comunque alti anche se il lavoro svolto in palestra è specifico per la spalla.

  • Articolarità limitata della spalla.
    Le strutture posteriori della spalla (capsula articolare, legamenti e cuffia dei rotatori) spesso vanno incontro a fenomeni di accorciamento o irrigidimento che possono alterare la mobilità dell’omero sulla scapola.

Questo fenomeno sembra originare dal ripetuto movimento di frenata verso il basso dopo che la mano ha colpito la palla durante la schiacciata o battuta: si creano piccole zone di accorciamento della capsula e contrattura della muscolatura posteriore della cuffia dei rotatori. La rigidità può portare a sindrome da conflitto posteriore della cuffia dei rotatori o impingement interno.

Per valutare l’effettiva presenza di questa limitazione è necessario rivolgersi ad un fisioterapista specializzato in patologie di spalla che con l’ausilio di inclinometri o goniometri misurerà l’eventuale accorciamento o rigidità

  • Squilibri di forza nella cuffia dei rotatori

Nel pallavolista, a causa del movimento peculiare di attacco e battuta, si è notato una diminuzione di forza a carico dei muscoli extrarotatori della cuffia dei rotatori. In particolare nella forza eccentrica dal momento in cui la mano impatta il pallone fino a che il braccio non decelera la sua corsa.

Secondo studi scientifici il rapporto di forza isometrica ottimale fra rotatori esterni e rotatori interni deve essere del 75%.

Per valutare la forza è necessario rivolgersi a uno specialista della spalla che grazie ad un dinamometro sarà in grado di misurare la forza isometrica della tua cuffia dei rotatori.

  • Discinesia scapolo-toracica (scapola che scorre male lungo il torace)

Un po’ di asimmetria fra il posizionamento delle due scapole a riposo è tollerato. Questa asimmetria è causata dall’adattamento fisiologico al gesto sportivo (la pallavolo è uno sport asimmetrico così come tennis, golf, ping pong).

Durante il movimento però la scapola deve aderire perfettamente al torace senza alcun lato che sporge verso l’esterno: vanno valutati pertanto i muscoli dentato anteriore e trapezio (su tutti e tre i fasci: superiore, medio e inferiore) e ristabilire l’elasticità e allungamento di altri muscoli che possono alterare il movimento scapolare (piccolo pettorale, elevatore della scapola, romboidi, altre strutture posteriori della spalla).

Per valutare eventuali discinesie scapolo-toraciche occorre rivolgersi a un terapista esperto in patologie di spalla: verranno fatti video della scapola e del torace mentre la spalla si muove sollevando pesi .

Cura e prevenzione

Sia che si tratti di prevenire che di curare è necessario un’ottima collaborazione fra personale tecnico e sanitario della squadra in quanto, come esaminato in precedenza, non esistono solo fattori biologici, ma anche di volume di allenamento o partita.

La comprensione del programma giornaliero e settimanale della squadra e del singolo atleta sia che si tratti di professionisti di alto livello che di amatori deve essere chiara a tutto lo staff. Una buona sinergia e comunicazione fra tutte le componenti è la base ottimale per la pianificazione del recupero completo dell’atleta nel minor tempo possibile e senza ricadute.

Il piano di recupero consiste nel ricercare quali fattori di rischio sopracitati hanno portato l’atleta a sovraccaricare la spalla fino a sentire dolore. Una volta individuati allora si procede nel risolverli singolarmente.

In caso di deficit di articolarità saranno utili esercizi di stretching e allungamento della capsula e di tutte le strutture posteriori della scapola. Una volta imparato l’esercizio, verrà richiesto all’atleta di autosomministrarselo quotidianamente al fine di garantire in tempi brevi una buona elasticità di questi tessuti.

Se dovessero esserci degli squilibri fra i rapporti di forza muscolari della cuffia dei rotatori sarà necessario impostare un programma di rinforzo. Gli esercizi devono contare di 3 parametri particolari:

  1. Momento di contrazione eccentrica della cuffia dei rotatori (riproduce il momento particolare del fine schiacciata)
  2. Contrazioni lente in caso di deficit di forza assoluta, contrazioni veloci per la resistenza e pliometria
  3. Momento di forza “allungamento –accorciamento” della cuffia dei rotatori (riproduce il momento particolare di caricamento della schiacciata in cui il braccio cambia direzione repentinamente dall’indietro in avanti)

In caso di discinesia scapolare, dopo attenta valutazione con il terapista, bisogna focalizzarsi sul deficit individuato e rinforzare i gruppi muscolari scapolo-toracici che generano lo scompenso.

Una volta ristabilita l’integrità della spalla lo staff deve programmare perfettamente il ritorno in campo graduale valutando con attenzione i volumi di schiacciata giornaliera, settimanale e mensile in base agli impegni di gioco, l’età dell’atleta e il ruolo che ricopre. E’ sempre bene ricordare che la spalla, come tutte le altre strutture del corpo, necessita di periodi di riposo e di scarico per recuperare dagli sforzi e carichi di lavoro siti all’interno di una stagione sportiva.

BIBLIOGRAFIA

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  2. Heather Wolfe, Katherine Poole, Alejandro G. Villasante Tezanos, Robert English, Tim L. Uhl (2019): Volleyball overhead swing volume and injury frequency over the course of a season. The International Journal of Sports Physical Therapy , 14:1; 88
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