MI SONO APPENA OPERATO ALLA CUFFIA DEI ROTATORI: COME MI DEVO COMPORTARE?
Se sei arrivato a leggere questo articolo significa che purtroppo ti sei dovuto sottoporre ad un intervento di ricostruzione in chirurgia artroscopica alla cuffia dei rotatori. Spesso capita in questo genere di patologia che le lesioni non siano isolate, ma comprendano anche altri tendini vicini al sovraspinato.
Se non sono isolate, le lesioni si possono dividere in due categorie (classificazione per zona anatomica):
- Lesioni postero-superiori: oltre al tendine del muscolo sovraspinoso è associato anche il tendine del muscolo sottospinoso o infraspinoso
- Lesioni antero-superiori: associazione del tendine del muscolo sottoscapolare.
In genere il chirurgo è più frequente che si trovi ad affrontare lesioni del primo tipo, le seconde sono meno frequenti. Può essere associato anche un coinvolgimento del tendine del bicipite brachiale che può essere più o meno suturato dal medico ortopedico.
Altri tipi di classificazione si possono trovare in questo breve trattato presente sul nostro sito di Spalla Clinic.
Una volta terminata l’operazione comincia il periodo dedicato alla riabilitazione e rieducazione della spalla neoperata.
Dopo la dimissione dalla struttura dove è stato svolto l’intervento, al paziente solitamente viene lasciato un contatto telefonico per prendere a noleggio uno strumento elettronico automatizzato che serve per svolgere le prime mobilizzazioni passive a domicilio durante la prima fase di recupero.
Questo attrezzo gradualmente dovrà aumentare i gradi di movimento senza mai andare oltre i 90° di elevazione.
L’obbiettivo della prima fase è quello di proteggere la ferita chirurgica e la sutura del tendine sovraspinato o degli altri tendini riparati senza che si creino aderenze a livello della spalla o che i tendini della cuffia dei rotatori perdano elasticità in modo tale da cominciare precocemente la riabilitazione una volta passati 20 giorni.
Il macchinario svolgerà movimenti di elevazione e di abduzione della spalla con al massimo una leggerissima componente di rotazione esterna. Giorno per giorno l’utente dovrà aumentare i gradi a seconda anche dei sintomi percepiti durante la mobilizzazione.
Durante il periodo che non viene utilizzato il macchinario si dovrà portare il tutore, eccetto per le operazioni di vestizione e igiene sanitario.
COSA NON POSSO FARE?
Durante questo periodo ovviamente verrà automatico fare tutte le cose con l’altro braccio non operato, per cercare di dipendere il meno possibile da familiari o altre persone.
Purtroppo però è necessario prendere anche delle limitazioni anche per l’altro lato, quello definito spesso come “sano”. Un articolo del 2004 di Smith et all ha valutato con un elettromiografo l’attività della spalla immobilizzata durante dei movimenti simulati dell’altro lato sano.
Per chi non lo sapesse, l’elettromiografo è uno strumento che ci consente di quantificare lo stato di attivazione elettrica di un muscolo a seconda dei movimenti che vengono fatti. In questo articolo si parla di percentuale in confronto con una contrazione muscolare isometrica massimale (%MVC).
La maggior parte dei ricercatori scientifici hanno categorizzato in maniera arbitraria l’attività elettromiografica in 4 categorie:
- Bassa 0-20% MVC
- Moderata 21-40% MVC
- Alta 41-60% MVC
- Molto alta >60% MVC
Da questa classificazione si può facilmente comprendere che l’attività moderata è più stressante per il tendine che quella bassa, di fatti l’obbiettivo in questi primi 20 giorni è quello di rimanere il più possibile all’interno di questa fascia di sicurezza.
I risultati di questo studio hanno portato a 4 conclusioni importanti per questo momento delicato:
- L’attività muscolare della spalla operata durante una posizione di riposo in piedi e prona (sdraiato a pancia in giù) è irrisoria, quindi sicura. 1,5% MVC
- I movimenti del lato sano svolti a una velocità autoregolata di sicurezza hanno una probabilità di essere dannosi per i tessuti in fase di guarigione molto bassa. La velocità dipende dalle sensazioni del paziente
- Durante la prima fase di guarigione i pazienti con una lesione del tendine del sovraspinato dovrebbero evitare movimenti di trazione verso il corpo con il braccio sano. Quelli con un coinvolgimento del tendine del sottospinato o infraspinato dovrebbero evitare movimenti veloci di presa frontali con il braccio sano. Quelli con problematiche associate anche al tendine del capo lungo del bicipite brachiale dovrebbero diminuire le attività che utilizzino entrambe le mani contemporaneamente (es. aprire un vasetto o scatoletta).
- Movimenti di presa frontale, incrociata alta o bassa svolti lentamente possono essere prescritti come esercizi riabilitativi che possono essere iniziati mentre le spalla operata rimane immobilizzata dal tutore.
Purtroppo non sono stati valutati movimenti precisi della vita quotidiana perché richiederebbero troppe valutazioni in quanto la vita di tutti i giorni è troppo varia.
COSA POTREI FARE PER MIGLIORARE?
Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, ogni movimento del corpo umano prevede una serie di attivazioni muscolari periferiche inconsce senza alcun movimento visibile dall’esterno.
Alla luce di questa scoperta, le ricerche si sono concentrate sulla questione con interesse sempre più crescente e attenzione sugli effetti dell’allenamento unilaterale, ridefinito in tutta la comunità scientifica come “cross education”.
La Cross-education consiste nel miglioramento della performance (es. forza, abilità, controllo) di un arto dopo un allenamento sull’altro lato omologo.
In ambito sanitario questo argomento è stato studiato in ambienti dove il paziente era impossibilitato a muovere un certo lato del corpo (immobilizzazioni post intervento, patologie neurologiche, immobilizzazioni post-infortunio). In questi casi gli effetti di questa metodica si quantificano non come un miglioramento , ma piuttosto come una limitazione o attenuazione della perdita aspettata normalmente a seguito di un infortunio o immobilizzazione.
Durante il periodo di fermo forzato il corpo perde la capacità di performare a seguito di due meccanismi principali:
- Diminuzione dell’attività elettrica della corteccia cerebrale deputata all’attivazione muscolare durante i movimenti del corpo (sia del lato leso che l’altro)
- Diminuzione della creazione di proteine delle cellule muscolari (sembrerebbe un -0,5% per giorno)
Uno studio del 2018 ha studiato gli effetti di 3-4 settimane di immobilizzazione di un avambraccio di due gruppi di pazienti sperimentali. Al primo non è stato richiesto nulla: hanno misurato la forza e la sezione muscolare (il volume) dell’avambraccio prima e dopo il periodo di fermo. Al secondo invece durante questo periodo è stato prescritto dell’esercizio muscolare con il lato sano.
Una volta tolto il gesso sono state misurate nuovamente i due valori in questione.
La differenza della forza muscolare corrisponde al 13%, mentre la sezione muscolare invece corrisponde al 4%. La cosa importante da ricordare è che non si tratta di guadagni in questi due valori ma di limitazione o assenza di perdita.
Il gruppo degli esercizi non ha presentato nessuna perdita al contrario dell’altro.
CONCLUSIONI
Alla luce di questi fatti, durante il primo periodo di immobilizzazione dopo un intervento di riparazione del tendine del sovraspinato o di altre operazioni alla spalla è utile comunque recarsi presso un centro fisioterapico specializzato in riabilitazione di spalla.
Il terapista sarà in grado di prescrivere degli esercizi che siano in grado di preservare la sicurezza e guarigione della cuffia neoperata, ma che al tempo stesso possano permettere di guadagnare del tempo prezioso che il paziente si ritroverà in seguito durante il resto del trattamento.
A seconda del tipo di operazione ci saranno diversi fattori ed elementi da tenere in considerazione. Per ottimizzare il risultato sarà necessario un canale di comunicazione fra equipe chirurgica e riabilitativa.
BIBLIOGRAFIA
A cura di:
ANDREA BIANUCCI, FT, OMT
- Specialista in terapia manuale ortopedica
- Fisioterapista delle patologie di spalla nello sportivo “overhead”
- Specialista nella riabilitazione del cestista, pallavolista e arti marziali
- Specialista nel trattamento dei Trigger Point Miofasciali
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