Il percorso fisioterapico volto alla riabilitazione della spalla a seguito di un intervento chirurgico nelle patologie comincia appena il paziente esce dalla sala operatoria (giorno 0) in quanto già da quel momento possono essere fatte delle piccole cose che fanno un enorme differenza fra una riabilitazione veloce o lenta.
Al paziente e ai famigliari deve essere insegnato come sistemare correttamente il tutore alla spalla in modo tale da evitare posizioni scomode o che possono ledere alla stabilità del neo-impianto; dovrà essere portato durante le ore diurne ma soprattutto notturne in quanto durante la notte non siamo in grado di controllare consciamente i movimenti del nostro corpo. Durante la notte un buon numero di pazienti trova confortevole riposare in una posizione rialzata con più cuscini dietro la schiena e la testa o seduti sulla poltrona o divano.
Sarà concessa la rimozione temporanea dell’ortesi solo per l’igiene personale e per vestirsi o svestirsi. La posizione corretta da mantenere è con braccio addotto vicino al corpo con un piccolo spessore che lo separa dalla pancia.
Prima fase della riabilitazione della spalla
La prima fase della riabilitazione prevede un riposo attivo della spalla per un periodo che varia dalle 4 alle 6 settimane a seconda del tipo di intervento cui è stato sottoposto il paziente e da altre variabili operatorie (il tempo preciso verrà poi indicato dall’equipe chiurgica).
Durante questo periodo il paziente può muovere tutti gli altri distretti che non sono stati operati: gomito, polso, mano. Ma anche scapola e torace. In questa fase di inattività forzata si po’ cogliere l’occasione per rieducare il posizionamento attivo della scapola sul torace in modo tale da portarsi avanti col programma riabilitativo: un buon controllo scapolo toracico risulta fondamentale per un ottimo recupero della spalla.
Oltre questo lavoro sull’arto operato è possibile iniziare un programma di cross training sull’arto non operato. Varie ricerche scientifiche hanno visto che rinforzare il “lato sano” genera benefici indiretti anche sul “lato operato”: miglioramento della forza e modulazione del sintomo doloroso.
Durante questo periodo viene consigliato dall’ortopedico l’utilizzo di un mobilizzatore passivo meccanico in affitto presso il proprio domicilio per cominciare a muove dolcemente la spalla. E’ necessario utilizzarlo più volte durante l’arco della giornata entro i gradi di movimento non dolorosi e che non generano compensi. L’intento è quello di prevenire rigidità o aderenze che possono limitare l’articolarità della spalla in questo periodo di riposo rispettando il neo-impianto. Un tecnico specializzato penserà a tutto questo.
Seconda fase
Una volta passato questo periodo di riposo attivo allora è concessa una mobilizzazione più ampia. In questa seconda fase: la fase di mobilizzazione (da 2 a 4 settimane) l’obiettivo principale è recuperare l’articolarità completa della spalla operata. Il fisioterapista specializzato in patologie di spalla si avvarrà dell’utilizzo di tecniche di terapia manuale dirette sull’articolazione gleno-omerale (rotazioni e traslazioni) e su tutta l’articolazione della spalla, della scapola e torace (rilasciamento muscolo tendineo dolce). In questa fase il paziente comincerà a praticare anche i primi esercizi attivi o assistiti che poi dovrà svolgere anche presso il proprio domicilio per accelerare i tempi di recupero. Ogni esercizio sarà adeguatamente dosato e personalizzato per ogni paziente sotto supervisione dell’equipe fisioterapica: nel caso non fosse ben chiaro o ci fossero dei dubbi gli esercizi non devono essere eseguiti; meglio un esercizio non fatto che un esercizio fatto male! Negli ultimi momenti di questa fase il paziente il paziente comincerà a svolgere delle contrazioni muscolari dei muscoli della cuffia dei rotatori.
Terza fase
La terza fase è la fase di rinforzo (da 2 a 4 settimane) prevede l’utilizzo di macchinari della palestre riabilitativa a diverse resistenze: elastica, isotonica e isoinerziale. A casa il paziente verrà munito di un elastico o utilizzerà dei pesi (bottiglie d’acqua o manubri) per continuare il rinforzo anche fuori dalla palestra. Il percorso prevede un inizio con resistenze isometriche, aumento graduale di contrazioni isotoniche concentriche fino a terminare con contrazioni eccentriche.
Quarta ed ultima fase
La quarta fase della riabilitazione della spalla prevede esercizi per recuperare il controllo dell’articolazione della spalla. Verranno utilizzati mezzi di disturbo che alterano la percezione del paziente (occhiali stenopeici, occhi aperti o chiusi) o che aumentano la difficoltà dell’esecuzione dei movimenti del braccio fornendo instabilità articolari (fluiball, slashpipe, superfici instabili). Alla potenza raggiunta nella fase precedente verrà aggiunto anche un perfetto controllo.
Nell’ultima fase riabilitativa il fisioterapista in accordo con il paziente si concentrerà maggiormente sul recupero della gestualità specifiche che dovrà ripetere numerose volte una volta finito il percorso: se si tratta di un paziente sportivo verranno allenati i gesti tecnici che il proprio ruolo comprende mentre il lavoratore overhead mimerà la gestualità del proprio compito (esempio: l’imbianchino). Questa fase è importantissima in quanto permetterà un recupero completo della spalla operata a tutto tondo in tutte le possibili movimentazioni della vita di tutti i giorni. Il compito di questa fase è di accompagnare il paziente in fondo al percorso senza abbandonarlo all’ultimo momento: a volte fastidi o dolori possono sopraggiungere solo una volta ripreso il proprio lavoro o hobby.
Le due regole del percorso riabilitativo
In tutto il percorso riabilitativo vigono 2 regole fondamentali:
- Gradualità: il corpo umano è in grado di sopportare carichi di lavoro altissimi purchè il percorso che lo porta ad arrivare a quel quantitativo di carico sia formato da un aumento costante e graduale degli esercizi. Non sono tollerati aumenti o diminuzioni improvvise dei carichi di lavoro: questi possono portare a infiammazioni articolari da sovraccarico o indolenzimenti muscolari che rallentano il percorso.
- Rispetto del dolore: ogni mobilizzazione o esercizio deve essere svolto rispettando le percezioni del paziente. Il paziente non deve sentire alcun dolore in quanto questa sensazione provoca delle contrazioni muscolari antalgiche inconsce che limitano il movimento della spalla bloccandola del tutto. Sono tollerati i fastidi o le sensazioni di tirare leggere. STOP AL DOLORE!