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LA SPALLA DEL NUOTATORE: PERCHE’ MI FA MALE?

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Il nuoto agonistico in questo periodo di lockdown e restrizioni varie rimane uno dei pochi sport a livello non professionistico ancora possibili da praticare. Gli agonisti possono ancora allenarsi a discapito degli amatori che sono ancora costretti a trovare delle attività alternative per mantenersi in forma.

Anche l’agonista comunque ha dovuto ambientarsi con questo nuovo modello di vita adattando il proprio stile di vita lavorativo, scolastico e domestico. Ha dovuto forzatamente modificare i propri piani di allenamento  stagionali e mensili in mancanza di gare o partecipare sicuramente a meno eventi.

La spalla si è dovuta adattare come tutto il resto del corpo a degli allenamenti diversi rispetto alla norma.

Chi più, chi meno, hanno continuato a sentire quel fastidioso doloretto alla spalla che si porta dietro da diverso tempo. Questo momento particolare potrebbe essere perfetto per rivedere alcuni dettagli dell’allenamento affinchè la propria spalla finisca di far male, così da ripartire alla grande una volta liberate le catene di questa pandemia.

In questo articolo analizzeremo più dettagliatamente quali possono essere le cause di dolore alla spalla nel nuotatore. Ci teniamo a puntualizzare però che al fine di ottenere una diagnosi più accurata del proprio problema è bene poi rivolgersi ad un team preparato che analizzi la tua condizione nei minimi dettagli.

Il dolore di spalla nel nuotatore, indipendentemente dal tipo di stile praticato, rappresenta il disturbo più  frequente di questo sport raggiungendo, a seconda degli studi, dei picchi altissimi che sfiorano il 90% dei praticanti.

L’incidenza del dolore di spalla è generalmente proporzionale all’età, gli anni di pratica e il livello agonistico di competizione.

BIOMECCANICA DEL NUOTO

Il nuoto è uno sport particolare per la spalla in quanto la forza propulsiva in avanti viene generata per la maggior parte dagli arti superiori 80% VS 20% nello stile libero; gli altri stili ovviamente hanno valori differenti: dorso 75%, rana 50% e farfalla 70%. Alla spalla vengono richiesti ampi movimenti in senso orario o antiorario e una mobilità omerale nelle rotazioni interne ed esterne importante oltre che una scapola libera in protrazione e retrazione.

Per comodità andiamo ad analizzare lo stile libero in quanto è quello più praticato dagli atleti fino ad oggi osservati all’interno dei nostri centri.

La bracciata può essere suddivisa in diverse fasi:

  1. Hand entry
  2. Forward reach
  3. Pull-through
  4. Middle pull-through
  5. Hand exit
  6. Middle recovery

Durante l’hand entry e l’inizio della fase di pull il braccio si trova in rotazione interna e abduzione  e la spalla in flessione anteriore. Durante la fase di pull-through troviamo la maggior generazione di forza in avanti.

La fine della fase di pull  è caratterizzata dalla spalla in posizione di estensione e il braccio in adduzione e rotazione interna. Durante la fase di recovery invece il braccio si trova sempre in rotazione interna con la spalla che si porta da una posizione di estensione a una di flessione con tutto l’arto al di fuori dell’acqua.

I muscoli maggiormente coinvolti durante la fase di pull  sono il gran pettorale e il gran dorsale con il gran dentato fondamentale stabilizzatore della scapola. Durante la fase di recovery agiscono invece i fasci posteriore e medio del deltoide, i fasci medio e inferiore del trapezio e il sopraspinato che insieme stabilizzano la testa omerale nella glena e la scapola al tronco.

All’interno della popolazione con spalla dolorosa gli studi hanno evidenziato una sofferenza importante dei muscoli gran dentato e sottoscapolare in quanto vanno precocemente in uno stato di fatica: la loro attività non scende mai al di sotto del 20% rispetto a una contrazione muscolare massima (MVIC).

I compensi di queste due particolarità sono una sovrattivazione dei romboidi a discapito del gran dentato che provocano un mal posizionamento scapolare e un’attivazione massiva dell’infraspinato che svolge addirittura funzione opposta al sottoscapolare generando una sensazione di instabilità di spalla.

A livello visivo si nota durante la fase di recovery fuori dall’acqua che il gomito non rimane alto ma cade a pelo d’acqua diminuendo la richiesta rotazionale della spalla per far rifiatare i muscoli affaticati.

CAUSE DEL DOLORE DI SPALLA

In passato si pensava che l’unica causa di dolore di spalla nella popolazione dei nuotatori fosse l’impingement subacromiale. Con il passare degli studi invece si è notato invece che le cause possono essere dovute a fattori multipli che sommati insieme portano ad alterazioni fastidiose: sovraccarico e fatica dei muscoli della spalla, lassità e instabilità capsulo-legamentose e scarsa tecnica della bracciata.

  • Sovraccarico e fatica: gli atleti agonisti possono arrivare a nuotare anche fino a più di 10 km al giorno contando più di 2500 bracciate. Questo tipo di allenamento può portare la spalla in una sindrome da sovraccarico: in particolare citiamo il muscolo sottoscapolare e gran dentato.

In questo blog abbiamo già trattato nel dettaglio la questione delle metodiche di allenamento: se vuoi approfondire di più questo tema (“Come migliorare la condizione della tua spalla senza correre il rischio di infortunio o re-infortunio”) ti suggerisco di cliccare qui 

  • Discinesia scapolare: la protrazione della scapola in avanti è un segno comune di discinesia scapolare nei nuotatori. Quando il gran dentato e il sottoscapolare sono parecchio affaticati, il gran pettorale non ha più forze opposte antagoniste: questo fatto comporta un avanzamento anteriore della testa omerale con stiramento delle strutture anteriori capsulolegamentose. Il tutto termina con una mobilità anomala della spalla.

Deformità del labbro glenoideo, dolore o intrappolamento del nervo sovra scapolare possono essere il risultato finale di una discinesia cronicizzata e non trattata nel tempo.

  • Deficit di rotazione interna gleno-omerale: questa anomalia è tipicamente unilaterale in quanto sembra essere provocata dalla preferenza del nuotatore di un unico lato per respirare (in genere quello dominante). 

Questa condizione consiste nell’irrigidimento della parte posteriore della spalla (capsula e/o cuffia dei rotatori) che provoca un deficit di mobilità di rotazione interna con conseguente ricerca di  compensi altrove.

  • Lassità e instabilità: questo argomento è piuttosto vasto. All’interno del nostro sito è già stato trattato in maniera generica escludendo la pratica del nuoto (se volessi approfondire clicca qui).

L’ipermobilità della testa omerale della spalla viene limitata dagli stabilizzatori statici (labbro glenoideo, capsula e legamenti) e dagli stabilizzatori attivi (muscoli della cuffia dei rotatori). 

La lassità capsulare normale fisiologica può aumentare con il tempo a causa di ripetitivi stress e sovraccarichi trasformandosi così in lassità patologica; è bene ricordare però che una ipermobilità gleno-omerale nei nuotatori può essere vantaggiosa fino ad un certo punto in quanto permette una lunghezza di bracciata più lunga del normale con un conseguente miglioramento di velocità ed efficienza.

Comunque sia un deficit degli stabilizzatori statici prevede un extra lavoro di quelli attivi che può generare precoce affaticabilità e dolore se non sono propriamente allenati.

Per quanto le cause di dolore siano multifattoriali è sempre bene fare una valutazione specialistica per comprendere al meglio le particolarità della tua spalla al fine di fare un lavoro più specifico possibile riducendo al minimo i tempi di recupero. 

Il team di Spalla Clinic formato da ortopedico e fisioterapisti è in grado di valutare la tua particolare condizione dandoti risposte precise alle tue domande e offrendoti una soluzione personalizzata per il tuo problema.

BIBLIOGRAFIA

The Swimmer’s Shoulder: Multi-directional Instability; Ivan De Martino, Scott A Rodeo

Curr Rev Musculoskelet Med. 2018 Jun;11(2):167-171.

A CURA DI

ANDREA BIANUCCI, FT, OMT

  • Specialista in terapia manuale ortopedica
  • Fisioterapista delle patologie di spalla nello sportivo “overhead”
  • Specialista nella riabilitazione del cestista, pallavolista e arti marziali
  • Specialista nel trattamento dei Trigger Point Miofasciali

www.linkedin.com/in/andreabianucci89

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